Nella ricostruzione mammaria, gli espansori vengono utilizzati per creare lo spazio e i tessuti di rivestimento necessari per l’inserimento della protesi mammaria definitiva. L’espansore è infatti un “palloncino” che viene posizionato dietro al muscolo e che progressivamente aumenta il suo volume. Una piccola “lezione” di chirurgia plastica utile per richiamare un principio fondamentale: l’espansore è un dispositivo da mantenere in loco per 3-5 mesi, appunto il tempo necessario per creare la condizione necessaria all’impianto della protesi mammaria. Nella realtà, mi capita spesso di visitare e operare pazienti che hanno un espansore mammario da 2, 3 e addirittura 4 anni. La conseguenza può essere dolore e complicanze di varia natura, che si possono evitare semplicemente attenendosi alle indicazioni d’uso del dispositivo, che appunto sono limitate a pochi mesi. Invito quindi le donne che hanno un espansore da più tempo ad attivarsi per concludere l’iter ricostruttivo al più presto. Quando non è possibile farlo nell’ospedale dove è stato eseguito l’intervento di rimozione del tumore al seno e l’impianto dell’espansore, ci si può rivolgere a centri convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale, quindi senza sostenere costi. Ricordo a questo proposito l’Iclas di Rapallo (GE), dove posso effettuare ricostruzione mammarie senza lunghe attese per pazienti provenienti da tutta Italia, con l’esclusione della Liguria, non compresa nella convenzione. Per ulteriori informazioni è possibile scrivere a berrino@hotmail.com o chiamare il numero 010 595 8318.