Anno strano e terribile, il 2020 è stato unico anche sul fronte della chirurgia plastica. In alcuni mesi gli interventi estetici sono stati impossibili, in altri si è assistito a una ripresa delle richieste. Anche la chirurgia ricostruttiva ha avuto un andamento particolare, perché l’emergenza ha “sequestrato” sale operatorie e personale e sono stati  effettuati solo gli interventi urgenti. In generale, poi, le mascherine, lo smart working, la voglia di ritornare a vivere e sentirsi bene, come prima e più di prima, hanno pesantemente determinato l’orizzonte.

Quali sono stati gli interventi più eseguiti durante il 2020? “Dal mio punto di vista – dice Pietro Berrino – sicuramente la sostituzione di protesi mammarie a fini estetici, per recuperare quell’armonia e naturalezza che è giusto aspettarsi da un intervento di mastoplastica additiva, e poi i lifting eseguiti in ambulatorio, perché mai come in questo periodo ci siamo visti, e spesso visti brutti, nelle videocall su whatsapp e nelle riunioni su Zoom”. In crescita anche il lipofilling, l’autotrapianto di grasso utilizzato per aumentare in modo completamente naturale il volume del seno, ma anche guance e zigomi, e pure la chirurgia dermatologica, a causa del rallentamento delle attività ospedaliere. “Al contrario – dice ancora Berrino – ho notato una flessione nelle blefaroplastiche, forse proprio perché la regione che circonda gli occhi è fuori dalla mascherina e di conseguenza le cicatrici in questa zona sono visibili, anche se per pochi giorni”. In calo anche le mastoplastiche, forse per prospettive e condizioni economiche per molti incerte.