Scegliere le protesi mammarie “giuste” è fondamentale per ottenere con una mastoplastica additiva o una ricostruzione dopo tumore al seno il risultato desiderato. E non sempre (anzi, raramente) è necessario rimuovere la capsula per migliorare la qualità estetica di un intervento mammario precedente. Nella mia esperienza, infatti, la strada migliore è quella di agire sul tessuto fibroso che circonda la protesi (la capsula, appunto) riducendolo o modificandone la forma, in modo da correggere asimmetrie e posizioni anomale. Perché preferisco questo approccio? Come ho illustrato durante il 70° Congresso Nazionale SICPRE, non rimuovere la capsula vuol dire sottoporre la paziente a un intervento meno invasivo, con una ripresa più veloce. Ma non si tratta di una scelta “di ripiego”, perché i risultati sono estremamente estetici e ulteriormente migliorati, quando necessario, dal lipofilling. Ricorrendo all’autotrapianto di grasso, infatti, riesco a ridurre ulteriormente le eventuali irregolarità e asimmetrie rimaste. Ogni intervento ben riuscito è studiato con grande accuratezza e non esistono soluzioni “standard”.