Le protesi mammarie in silicone si utilizzano per alcuni interventi di ricostruzione mammaria (per tantissimi, quando l’intervento viene seguito “in serie” o da chi non padroneggia tutte le tecniche) e per la stragrande maggioranza di quelli di aumento del seno. Ma sembra avvicinarsi a grandi passi il momento il cui il silicone verrà soppiantato da materiale biologico della paziente stessa. L’argomento è al centro di un interessante articolo da poco apparso nel Regno Unito su The Guardian , in cui si annuncia tra l’altro l’imminente sperimentazione umana. Come funzionano i nuovi dispositivi? Le tecnologie impiegate sono diverse, come sono diverse le start-up in corsa verso il traguardo delle protesi “naturali”. In linea generale e in estrema sintesi, però, possiamo dire che c’è un involucro all’interno del quale si dà il via a un processo di colonizzazione da parte di sostanze autologhe della paziente, a iniziare dal grasso. Trascorsi alcuni mesi dall’impianto nel seno da ricostruire, questo involucro “scompare” perché viene metabolizzato dall’organismo. Rimane solo il volume completamente naturale che ha contribuito a far crescere qui. L’innovazione potrebbe scrivere una pagina veramente importante nella ricostruzione mammaria, contribuendo a ridurre le complicanze che insorgono in seguito all’impianto delle attuali protesi senza però aumentare notevolmente i costi per la sanità pubblica. Sì, perché oggi l’amplissimo ricorso alle protesi nella ricostruzione mammaria ha anche una forte motivazione economica: si tratta di un intervento più veloce e meno costoso rispetto alla ricostruzione con tessuti autologhi della paziente, lembi di cute e muscolo tendenzialmente prelevati dall’addome. Con le protesi di nuova generazione, insomma, si abbinerebbe il fattore risparmio con un risultato migliore per la paziente: una strada sicuramente da percorrere, anche se preferibilmente – per maggior sicurezza – da esplorare prima in campo estetico, per la realizzazione di protesi destinate ad aumentare alcuni volumi del volto (mento, zigomi ecc) e del seno, con la mastoplastica additiva.