La ricostruzione mammaria in un tempo unico è una soluzione adatta solo ad alcuni casi. E quando negli ospedali viene eseguita indiscriminatamente, “in automatico”, può dare luogo a risultati decisamente insoddisfacenti, con mammelle asimmetriche e dall’aspetto innaturale che possono essere migliorate con il ricorso più versatile a tutte le tecniche ricostruttive.

Questo l’argomento del nostro intervento al 32° congresso annuale dell’European Association of Plastic Surgeons EURAPS, l’organismo che raccoglie i chirurghi plastici europei, appena concluso a Napoli. Casi di questo genere possono essere nuovamente operati a carico del Servizio Sanitario Nazionale – quindi gratuitamente per la paziente – anche in strutture convenzionate, come l’ICLAS di Rapallo (GE). Dopo il primo fallimento, però, è più che mai importante rivolgersi a chirurghi plastici veramente esperti in ricostruzione mammaria, perché a seconda del caso si deve intervenire rimodellando la ghiandola residua, rimovendo o riposizionando la protesi, migliorando la qualità dei tessuti con il lipofilling o ricorrendo a tutte queste manovre insieme. E no, non si fa in automatico.